Dottor Veronese e Sigaretta Elettronica: facciamo il punto.
Non ha tanto bisogno di presentazioni il dottor Umberto Veronesi, famoso oncologo italiano che ha fatto della ricerca scientifica e della prevenzione tumorale una ragion di vita. Spesso ha affrontato il tema della sigaretta elettronica considerandola come miglior strumento per la lotta contro il fumo. Veronesi è stato capace di fondere scienza e comunicazione per la lotta contro i tumori puntando su una corretta divulgazione di informazioni come miglior arma per fare prevenzione, con l’obiettivo di avere un sensibile calo dell’incidenza tumorale. L’oncologo ha sempre dichiarato guerra al fumo, consigliando la sigaretta elettronica come miglior strumento alternativo. Scopriamo il perchè.
La sigaretta elettronica
Secondo Veronesi e i suoi studi, la sigaretta elettronica è un ottimo strumento per combattere il vizio del fumo. La sigaretta tradizionale non è solo tabacco e nicotina, ma è formata da tutta una serie di componenti che nel momento in cui iniziano a bruciare generano le sostanze cancerogene. La sigaretta elettronica, al contrario, non contenendo né tabacco né carta, non ha bisogno di bruciare i componenti pertanto, non essendoci combustione, non emette le sostanze cancerogene che ne derivano. Quindi non è tossica.
Il vapore prodotto dalla sigaretta elettronica è sufficiente per dare al fumatore un senso di appagamento dimenticandosi presto la sigaretta tradizionale. Questo aiuta anche dal punto di vista gestuale: a livello psicologico, con la sigaretta elettronica si riesce a sopperire alle abitudini, aiutando anche a non creare un ulteriore stress quando si cerca di smettere di fumare.
Veronesi si è schierato anche contro la tassazione imposta sulle e-cig e accessori, definendola esagerata e ridicola. Essendo uno strumento che aiuta le persone a disintossicarsi dall'abitudine al fumo, non dovrebbe essere proprio tassata. Secondo lui, in questo modo, il governo italiano non aiuta a salvaguardare i diritti della salute, ma pensa solo al profitto dell’industria del tabacco.
L’oncologo, in alcune interviste, ha dichiarato che i componenti dei liquidi base e aromi delle sigarette elettroniche, ovvero glicerina vegetale e glicole propilenico, sono due elementi innocui, presenti anche in prodotti alimentari e non fanno male all'organismo, a differenza del tabacco che invece è molto pericoloso. Gli studi e i test hanno verificato che il processo che vaporizza il liquido e la sua conseguente inalazione non provocano danni rilevanti all'organismo e dal punto di vista cancerogeno il pericolo non esiste.
L’intervista del Dottor Umberto Veronese per SigMagazine
Alcuni anni fa, prima della sua scomparsa, l’oncologo di fama mondiale ha rilasciato un’intervista molto interessante che ci piaceva riproporre sul nostro blog, in quanto risponde in modo dettagliato e scientifico a molti dubbi che ancora gravitano intorno all’universo della sigaretta elettronica.
L’intervista è stata rilasciata in esclusiva a Sigmagazine, quotidiano di informazione sul mondo vaping nel 2015 in occasione del suo ingresso nel Comitato scientifico internazionale sulla sigaretta elettronica.
Come è nata l’idea di un Comitato scientifico sulla sigaretta elettronica?
L’idea non è mia, ma della Liaf, la Lega Italiana anti fumo. Io sono stato invitato a farne parte e ho accettato con entusiasmo perchè credo nelle potenzialità della sigaretta elettronica come strumento di lotta al tumore del polmone e gli altri tumori correlati al tabacco. Il Comitato ha l’obiettivo di promuovere la ricerca scientifica e l’informazione corretta alla popolazione e a chi è delegato a prendere decisioni di salute pubblica.
In particolare, quale sarà il suo ruolo?
Non avrò un ruolo specifico. Il coordinatore è Riccardo Polosa, professore dell’Università di Catania e direttore scientifico della Liaf, nonchè uno dei massimo esperti di sigarette elettroniche.
Negli ultimi anni sono state pubblicate centinaia di ricerche scientifiche sulla sigaretta elettronica. Ce n’è qualcuna che l’ha colpita in particolare, sia in senso positivo che negativo?
Polosa stesso ha condotto uno studio su trecento fumatori non intenzionati a smettere, dimostrando che la sigaretta elettronica è uno strumento efficace per la disassuefazione. L’8,7 per cento dei partecipanti ha abbandonato la sigaretta tradizionale e dopo un anno tre quarti di questo gruppo ha abbandonato anche quella elettronica. Il 10.3 per cento inoltre ha ridotto il consumo di sigarette tradizionali di almeno il 50 per cento. Certo, bisogna vedere nel lungo termine quanti ricadranno nel vizio e quanti no. Tuttavia nessuno strumento di lotta al tabagismo, che io sappia, ha mai ottenuto risultati migliori neppure nel breve periodo, su una popolazione di fumatori che non ha mai manifestato il desiderio di smettere.
Per oltre quarant’anni la comunità medica in generale, e oncologica in particolare, si è impegnata nella lotta contro il fumo ma pare aver fallito. Cosa è mancato?
Il fumo non è un problema solo oncologico, è una delle maggiori sfide alla salute pubblica. La comunità medico-oncologica può fare la sua parte, ma da sola è destinata a fallire per sempre perchè è indispensabile un’azione dei governi. È mancata del tutto, al contrario, una campagna di sensibilizzazione di massa su tutti i mezzi e i luoghi di comunicazione come tv, web, giornali, scuole, palestre, in grado di convincere il fumatore a smettere. Le iniziative contro il fumo sono state lasciate alle forze delle singole associazioni che, pur impegnandosi egregiamente, non possono certo avere l’impatto di un intervento articolato a livello nazionale.
Nel nostro Paese inoltre, con il Monopolio sui Tabacchi , lo Stato guadagna su ogni singolo pacchetto venduto. Come si può immaginare una campagna pubblica antifumo?
In effetti sarebbe un paradosso.
Lei è stato fra i primi a sostenere la sigaretta elettronica come metodo per la lotta al tabagismo. Perché invece una parte della comunità scientifica nutre ancora dubbi e mostra resistenze?
Dovrebbe chiederlo a loro.
Nel Regno Unito la sigaretta elettronica è prescrivibile anche dal sistema sanitario nazionale come strumento per smettere di fumare. Secondo lei è una strada percorribile anche in Italia?
Prima ci vorrebbe una sperimentazione pubblica e dunque un investimento considerevole da parte dello Stato. Ma non vedo grandi probabilità che venga finanziata una ricerca su uno strumento apertamente osteggiato nel nostro Paese.
Dal suo punto di vista, in cosa si distanziano maggiormente le sigarette tradizionali da quelle elettroniche?
Non è questione di punti di vista. Le sigarette tradizionali contengono tabacco, le elettroniche no. Il tabacco, anzi, per precisione le sostanze che vengono liberate dal tabacco nel processo di combustione, sono altamente cancerogene. Quindi le sigarette tradizionali causano il cancro, mentre le elettroniche non hanno alcuna azione cancerogena.
E hanno invece qualcosa in comune?
La gestualità, essenzialmente. Portare la sigaretta alle labbra, aspirare ed espirare fumo. In pratica l’elettronica mima la gestualità e le sensazioni della tradizionale, ma non causa gli stessi danni, spesso letali, alla salute.
Secondo i dati dell’Iss, nel 2015 sono circa 2 milioni gli italiani che utilizzano la sigaretta elettronica, ovvero il 300 per cento in più rispetto l’anno precedente. Se il trend fosse confermato, cosa significherebbe ai fini della lotta al cancro polmonare?
Sarebbe un’ottima notizia. Come ho spiegato: meno tabacco, meno cancro.
Tempo fa, con cinquanta suoi colleghi, sottoscrisse un appello al fine di non criminalizzare la sigaretta elettronica. E’ ancora attuale quell’appello o chiederebbe altro?
Se si riferisce alla lettera scritta all’Oms, l’appello è sempre valido. Ovviamente si può chiedere di più. Il neonato Comitato scientifico riunisce infatti il nucleo originario dei firmatari di quella lettera, allargato ai nuovi protagonisti della ricerca sulle e-cig.
(Articolo e intervista da sigmagazine.it e svapoboss.it)
Le nostre considerazioni
Abbiamo visto come, secondo il dottor Veronesi, la sigaretta elettronica aiuta in modo intelligente a far smettere di fumare le persone, salvaguardando così la salute personale.
Gli effetti della sigaretta elettronica sono stati oggetto di studi scientifici e di prove sul campo, stabilendo in modo definitivo che il vaping riduce drasticamente il rischio e il danno del fumo e che non contiene, nicotina a parte, ingredienti che risultano essere nocivi per il corpo umano. Inoltre, è stato studiato come il senso di appagamento dato dall'e-cig aiuta, con il tempo, a diminuire anche il consumo di nicotina sino arrivare poi ad azzerarlo, in modo da diventare a tutti gli effetti uno strumento quotidiano totalmente innocuo.
Queste considerazioni a livello scientifico aiutano noi, professionisti del settore, a contribuire in modo attivo alla lotta contro il fumo da sigaretta tradizionale, aiutando quanto più possibile tutti i fumatori che vogliono salvaguardare la propria salute. Da parte nostra ci sarà sempre il continuo impegno nell’offrire prodotti affidabili e di qualità, per garantire uno strumento efficace che serva effettivamente a far smettere di fumare i nostri clienti.